Cosa sono le MGF?

Le Mutilazioni Genitali Femminili sono pratiche tradizionali di numerose comunità africane e di alcune realtà asiatiche, che portano alla rimozione parziale o totale dei genitali esterni femminili o altri danni agli organi genitali compiuti sulla base di motivazioni non terapeutiche.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità, con l'ultimo Dossier pubblicato nel 2008, ha confermato la suddivizione delle MGF in 4 categorie, aggiornandone la descrizione:

  • Tipo I: Asportazione parziale o totale del clitoride e/o del prepuzio (clitoriderictomia). Quando è importante distinguere tra le maggiori varietà di mutilazione di tipo I, l'OMS propone una ulteriore suddivisione: Tipo Ia, rimozione del glande clitorideo o rimozione solo del prepuzio; Tipo Ib, rimozione del clitoride con il prepuzio.
  • Tipo II: Asportazione parziale o totale del clitoride e delle piccole labbra, con o senza asportazione delle grandi labbra (escissione). Quando è importante distinguere tra le maggiori varietà documentate, l'OMS propone una ulteriore suddivisione: Tipo IIa, rimozione delle sole piccole labbra; Tipo IIb, rimozione parziale o totale del clitoride e delle piccole labbra; Tipo IIc, rimozione parziale o totale del clitoride, delle piccole labbra e delle grandi labbra.
  • Tipo III: Restringimento dell’orifizio vaginale attraverso una chiusura ermetica coprente creata tagliando e avvicinando le piccole e/o le grandi labbra, con o senza escissione del clitoride (infibulazione). Quando è importante distinguere tra i diversi tipi di infibulazione, l'OMS propone una ulteriore suddivisione: Tipo IIIa, rimozione, apposizione e adesione delle piccole labbra; Tipo IIIb, rimozione, apposizione e adesione delle grandi labbra.
  • Tipo IV: Non classificato. Rientrano i questa categorie tutte le altre pratiche dannose per i genitali femminili condotte per scopi non terapeutici (es. puntura, piercing, incisione, raschiatura, cauterizzazione).

Anche la reinfibulazione è a tutti gli effetti una MGF, in quanto consiste nella procedura attraverso cui i margini della cicatrice dell’infibulazione, aperti per permettere alla donna di partorire per via naturale, vengono di nuovo ricuciti insieme subito dopo il parto. Il taglio e la risuturazione della cicatrice accrescono la mancanza di elasticità della vulva e sono causa di ulteriore danno per la donna. La reinfibulazione a volte viene richiesta dal marito o dalla donna stessa al momento del parto.