CARITAS DIOCESANA DI PESCARA-PENNE

Istituita l’8 maggio 1972, la Caritas diocesana di Pescara-Penne, quale Ufficio Diocesano, è inserita nella Curia Arcivescovile di Pescara-Penne nell'ambito del Settore Pastorale per l'animazione Cristiana e la Promozione della Carità.
Nella sua opera di collaborazione con il Vescovo promuove in ambito ecclesiale e civile l'animazione del senso della carità verso le persone e le comunità in situazioni di difficoltà, impegnandosi a tradurlo in interventi concreti a carattere promozionale e, se possibile, preventivo. Cura altresì il coordinamento delle iniziative e delle opere caritative e assistenziali di ispirazione cristiana, al fine di creare armonia ed unione nell’esercizio della carità, stimolando le istituzioni civili per la promulgazione di leggi adeguate a garantire i diritti fondamentali delle persone.
Carità non come semplice assistenza, ma carità come stile di vita della Chiesa, come promozione di testimonianza comunitaria. Le tre grandi finalità-vocazioni della Caritas diocesana sono:

  • La produzione di una cultura evangelica sulla carità: non si tratta di rivestire la carità di una nuova immagine, che la renda più accetabile alla sensiblità moderna, quanto di recuperare e di tradurre in termini visibili e comunitari le caratteristiche della carità di Gesù.
  • L’inserimento della dimensione caritativa, nella pastorale organica della Chiesa locale: la premessa per lo svolgimento di questa funzione è il convincimento della comunità cristiana, che la testimonianza della carità costituisce una delle sue funzioni vitali.
  • L’educazione comunitaria, secondo un metodo chiamato pedagogia dei fatti: significa aiutare la comunità a partire dai problemi, dai fenomeni di povertà, dalle sofferenze della gente, dalle lacerazioni presenti sul territorio, per costruire insieme alla gente risposte di solidarietà, per allargare il costume della partecipazione e della responsabilizzazione.

La Caritas Diocesana di Penne-Pescara partecipa all’iniziativa DADA in qualità di membro del Gruppo tecnico di coordinamento dei progetti DADA-Form e DADA-Map. In particolare, collabora all’elaborazione e alla diffusione delle Linee guida per mediatori culturali e delle Linee Guida per operatori scolastici (con i rispettivi Manuali per la formazione) per la prevenzione e il contrasto delle MGF; è responsabile per l’organizzazione del Corso di aggiornamento per operatori scolastici della Provincia di Pescara; contribuisce alla mappatura territoriale dei servizi per le donne immigrate esistenti sul territorio della provincia di PEscara, e cura l’attività di raccolta dati presso tali servizi (Ambiti sociali, scuole, consultori familiari) nell’ambito dell’indagine campionaria sulla conoscenza del fenomeno MGF da parte del personale potenzialmente interessato; partecipa alla costituzione del primo nucleo di rete territoriale di sensibilizzazione e presa in carico finalizzato al contrasto delle MGF.

Tra le ulteriori iniziative della Caritas diocesana di Penne-Pescara a favore degli immigrati si segnalano la partecipazione al Tavolo Istituzionale della Prefettura come responsabile per Migrantes e la gestione del Centro di Accoglienza Territoriale SPRAR, Lapedream, unico in Regione, del Comune di Pescara per 21 donne e donne con minori.
Il Progetto Lapedream è l’attuazione a livello territoriale, da parte del Ministero dell’Interno, della legge 189/2002, che, in materia di Immigrazione, istituisce il Sistema di Protezione per Rifugiati Politici e Richiedenti asilo, affidandolo all’Associazione Nazionale Comuni Italiani. A sua volta questa normativa nazionale è l’esecuzione: da un lato, dell’art.1 A della Convenzione di Ginevra del 1951 delle Nazioni Unite e del relativo Protocollo del 1967, in materia di status di rifugiato, per cui è rifugiato colui “che temendo a ragione di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza a un determinato gruppo sociale o per le sue opinioni politiche, si trova fuori dal paese di cui è cittadino e non può o non vuole a causa di questo timore, avvalersi della protezione di questo paese”; dall’altro lato, è l’esecuzione dell’art. 35 della Convenzione del 1951 delle Nazioni Unite sui Rifugiati, per cui “gli Stati contraenti si impegnano a cooperare con l’Ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati…..a proteggere ….e a trovare soluzioni permanenti… per gli stessi”.
Da un punto di vista operativo, l’intervento di Lapedream con le donne immigrate è così strutturato: quando una straniera arrivata in Italia si reca in Questura per inoltrare domanda di Protezione internazionale, automaticamente il suo nominativo entra a far parte della banca dati del Ministero dell’Interno e, dopo le opportune verifiche a livello di Polizia Internazionale, le relative Prefetture o i Centri di Prima Identificazione, fanno pervenire al Centro di Accoglienza, attraverso un Servizio Centrale del relativo Ministero, domanda di disponibilità ad accogliere.
Una volta accertata la capienza, si organizza il trasferimento e la sistemazione della stessa ad opera delle Operatrici dell’Accoglienza presso gli appartamenti del Centro. Alla beneficiaria viene consegnato un kit di biancheria e prodotti per l’igiene nonché indumenti, cibo e altri beni di prima necessità, oltre, sistematicamente, una somma in denaro settimanale, l’abbonamento per l’autobus mensile e una scheda telefonica mensile.
A questa prima fase ne segue una seconda di regolarizzazione della posizione della straniera presso la Questura di Pescara; una terza di spiegazione: del regolamento del Centro, dei servizi offerti, degli obblighi e dei tempi di permanenza. Subito, l’Assistente Sociale attiva l’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale, la scelta del medico curante, l’iscrizione ai vari Corsi di Formazione e procede all’elaborazione di un progetto personale che tenga conto dei suoi bisogni e delle sue attitudini. Inoltre, l’Operatrice per l’insegnamento la lingua italiana organizza, internamente al progetto, corsi di lingua per sostenere la beneficiaria in un percorso di autonomia progressiva e di integrazione nel sociale, modulano l’insegnamento alle loro esigenze e alle loro condizioni e parallelamente provvede a inserirla e a seguirla presso i corsi di lingua per stranieri organizzati dai diversi enti locali.
Per i minori, poi, l’Operatrice Psicopedagogista elabora un percorso educativo e, insieme alla Assistente Sociale, provvede alla iscrizione alle varie scuole per l’infanzia.
Preziosa è l’attività di costante accompagnamento e monitoraggio svolta sulla beneficiaria dalle Operatrici dell’Accoglienza, rivolta sia a percepire i bisogni materiali e umani, sia a costruire rapporti di fiducia. Dopo un congruo tempo di permanenza, l’Operatrice legale, provvede ad ascoltare la sua storia personale, insieme alle operatrici dell’Accoglienza e all’Assistente Sociale, coadiuvata da un mediatore culturale o da una figura religiosa, se richiesta e relativa al diverso Credo.
Successivamente, la documentazione di questa storia, la sua contestualizzazione, le ricerche relative e i percorsi sanitari personali, accompagnano la beneficiaria in Audizione, presso la Commissione Territoriale in Roma, per esaminarne la veridicità e procedere all’emanazione di un provvedimento che può essere o di diniego lo Status di Rifugiato, o di Riconoscimento lo Status di Rifugiato nonché di Protezione Sussidiaria, oppure, nel caso di particolari limitazioni relative alla persona della singola beneficiaria, di Permesso Umanitario.
Nel primo caso sarà destinataria di un decreto di espulsione, negli altri tre rimarrà nel Progetto ancora per sei mesi per continuare l’Integrazione abitativa e lavorativa sul territorio.
Inoltre, il Centro di Accoglienza SPRAR, Lapedream, di Pescara offre servizio di sportello al pubblico di orientamento, consulenza, tutela, assistenza legale e sociale in materia di asilo politico.