D.A.D.A. contro le MGF in Abruzzo

Mutilazioni genitali femminili, cosa c'entriamo noi? Ma non riguardano solo l’Africa?

Sono queste le tipiche domande di chi sente parlare di MGF negli Stati Uniti, Australia, in Europa, in Italia, in Abruzzo. Il Comune di Pescara e gli altri Enti abruzzesi promotori del Programma DADA (Diritti e Autonomia per le Donne Africane) tentano di rispondere:

Le MGF, è vero, appartengono alla tradizione di numerose comunità africane e di alcune realtà dell’Asia, ma è altrettanto vero che i flussi migratori degli ultimi 30 anni hanno introdotto nei Paesi occidentali, quindi anche in Italia e in Abruzzo, usi e costumi prima sconosciuti. Le MGF sono un aspetto di questo fenomeno, e bambine e ragazze immigrate appartenenti alle comunità a tradizione MGF continuano ad essere operate clandestinamente, anche nel nostro Paese e nella nostra Regione.

Ecco il perché del Programma DADA e delle sue iniziative, DADA-Form e DADA-Map, lanciate nel 2008 e finanziate dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio: è necessario promuovere il cambiamento culturale delle popolazioni immigrate a tradizione MGF presenti sul territorio della Regione Abruzzo, al fine di prevenire e contrastare tali pratiche, perché rappresentano una grave violazione dei diritti umani di donne e bambine, pesantemente lesive dell’integrità fisica e della salute psichica della donna.

Il Programma DADA promuove un intervento a livello di sistema nella Regione Abruzzo.

L’indagine conoscitiva del fenomeno sul territorio; la formazione di mediatori culturali esperti nel contrasto alle MGF che supportino gli interventi dei servizi sanitari, sociali, scolastici e delle Forse dell’ordine; l’aggiornamento delle competenze del personale delle scuole per riconoscere i casi di MGF tra le allieve e possibilmente prevenirli; l’elaborazione di Linee guida di intervento e di strumenti formativi a disposizione degli operatori: sono questi i principali strumenti per sviluppare una rete di servizi locali qualificati per la sensibilizzazione delle comunità immigrate a non seguire la tradizione MGF, e per la realizzazione di interventi di prevenzione, contrasto e presa in carico a favore di bambine, ragazze e donne appartenenti a queste comunità, nel caso di rischio di MGF o di danni causati da mutilazioni subite.