Aspetti antropologici delle MGF

Le MGF hanno una lontana origine oscura, risalente secondo alcuni al tempo dei faraoni - come attesterebbe l’espressione “circoncisione faraonica” con cui si designa ancora oggi la forma più grave di infibulazione -, e secondo altri all’antica Roma - da “fibula”, una spilla che veniva applicata ai genitali dei giovani schiavi per impedirne l’attività sessuale, da cui deriverebbe il termine infibulazione.
Quel che è certo è che non si tratta di un’usanza solo islamica, come spesso si crede, ma è una tradizione che appartiene anche a società di religione animista, cristiana (copta, cattolica ortodossa, protestante) ed ebraica (i falascia etiopi), pur essendo pubblicamente condannate in ciascuna di esse.
Nonostante la loro origine arcaica, le MGF sono un’istituzione tuttora molto attiva nel determinare la vita di relazione e di scambi su cui si basa l’organizzazione sociale di gran parte delle comunità africane interessate. Il loro contesto è quello di società patriarcali che hanno fondato le proprie strategie di potere sul controllo della sessualità femminile mediante due usanze che si implicano a vicenda: l’obbligo di mutilare parte dei genitali esterni delle bambine in età impubere e l’obbligo altrettanto vincolante di offrire in occasione delle nozze il “prezzo della sposa” (bride-price), in cambio di una donna in moglie, e più precisamente di una donna illibata, pena il rinvio della malcapitata alla sua famiglia la prima notte di nozze, e la restituzione alla famiglia dello sposo del compenso versato – sia in bestiame che in denaro – se la donna non è mutilata come si deve.
Dal momento che il prezzo della sposa è il compenso che viene dato in cambio della purezza della donna, risulta chiaro che il compito cui sono delegate le MGF è quello di assicurare il controllo della sessualità femminile in modo da garantire quella purezza indispensabile allo scambio matrimoniale.

Le MGF sono infatti una costruzione dell’identità di genere che prepara la donna al matrimonio. Esse costituiscono una componente fondamentale dei riti di iniziazione – solo e sempre gestiti dalle madri - attraverso cui in queste società si diventa donna. Donna non si nasce ma si diventa, nel senso che la connotazione biologica non é di per sé un fattore sufficiente di individuazione. Le MGF incidono sui corpi delle bambine la loro appartenenza al genere femminile asportando la parte “maschile” dei genitali, il clitoride, assimilato a un piccolo pene, e cancellando così la bisessualità originaria per garantirne la purezza. I loro sono corpi puri, incontaminati e destinati a rimanere tali per arrivare integri allo scambio matrimoniale. Il valore di una sposa – che si materializzerà nel bride-price - non dipende infatti dalla sua verginità naturale, bensì dalla sua costruzione culturale, ovvero dalla MGF. Il corpo naturale è infatti considerato impuro, perché è aperto e violabile, ed esposto a una promiscuità che rischia di essere contaminante e motivo di disonore e vergogna non solo per la donna ma per tutta la sua famiglia. E, di fatto, nessun uomo è disposto a sposare una donna non operata, che è così destinata a una vita di sofferenza ed emarginazione.
Il prezzo della sposa non va però considerato un pagamento vero e proprio, è piuttosto un compenso per il trasferimento di certi diritti sulla donna (sul suo lavoro, sessualità e fecondità). E sulla sua prole. Tanto è vero che il bride-price non segue i circuiti commerciali, ma va a costituire una specie di fondo-cassa della famiglia da rinvestire in un futuro bride-price che permetterà ai fratelli della sposa di sposarsi a loro volta, o addirittura al padre di prendersi una nuova moglie in caso di ordinamento poligamico. Poiché le transazioni in occasione di un matrimonio costituiscono le transazioni economiche più importanti nella vita di una persona e di una famiglia, è chiara l’importanza e la legittimazione sociale di cui godono le MGF e la riluttanza a eliminarle da parte della popolazione.
Le resistenze maggiori contro l’abbandono delle MGF vengono proprio dalle bambine che sono le prime a volere farle sia per la forte pressione esercitata su di loro dalle proprie coetanee, sia perché sanno che non averle subite significa un futuro terribile.
La MGF sono un obbligo sociale molto vincolante cui sono tenute le famiglie, che sono convinte di agire per il bene delle figlie. Quello che per noi è una terribile mutilazione per loro rappresenta invece una forma di perfezionamento del corpo, da cui dipende non solo la costruzione dell’identità di genere ma anche quel bene prezioso che è l’appartenenza comunitaria.